(Modena 1908-63) scrittore italiano. Le sue pagine (che spesso evocano con accenti nostalgici vita e figure della città natale) riflettono una personalità colta e insieme stravagante, capace di congiungere con originalità il pastiche surrealistico e una carica emotiva d’ascendenza crepuscolare: Il ricordo della Basca (1938), Il fanalino della Battimonda (1940), La Rosina perduta (1957), I racconti (1963, premio Viareggio). È stato anche autore di versi: Poesie della fine del mondo (1960). Postumi sono usciti Lettere d’amore (1963), Diari 1927-1961 (1982) e Manifesto per un partito conservatore e comunista (1997). Nel complesso, la produzione letteraria di D. testimonia di «uno degli ingegni creativi più bizzarri, più esibizionisticamente ritrosi che le patrie lettere abbiano prodotto» (M. Fortunato).